La Marca tra fascino e mistero

Treviso e la Provincia incantano i visitatori con la bellezza, l’arte, la cultura, ma nascondono anche un lato oscuro fatto di leggende inquietanti e presenze misteriose.

TREVISO
Tra le sue antiche vie, si sussurrano storie di un “crudele tiranno”, si odono rumori sinistri e si percepisce un’aura di mistero che avvolge la città.

Fin dal XIII secolo, Treviso è considerata una città magica, immersa nella Marca Trevigiana, terra di antiche leggende. Spiriti erranti, anime dannate e creature misteriose popolano i racconti tramandati di generazione in generazione.

I luoghi del mistero

EZZELINO III DA ROMANO, IL “CRUDELE TIRANNO”:
La sua figura aleggia ancora tra le rovine del suo castello a San Zenone, teatro di efferatezze e sete di potere.

L’ABBAZIA DEI FANTASMI DI MONASTIER:
Tra i ruderi dell’antico monastero benedettino, risuonano ancora inquietanti canti liturgici.
L’abbazia di Monastier, con le sue rovine avvolte nel silenzio, evoca un’atmosfera di mistero e spiritualità.
Fondato dai monaci benedettini nel X secolo, questo luogo ha visto secoli di preghiere, meditazione e vita monastica.
Oggi, le antiche mura e i resti dell’abbazia sono testimoni silenziosi di un passato lontano, ma ancora vivo nell’immaginario popolare.
Secondo la leggenda, nelle notti di luna piena, tra le rovine dell’abbazia si possono udire i canti liturgici dei monaci defunti.

Questi suoni eterei, che sembrano provenire da un’altra dimensione, creano un’atmosfera suggestiva e inquietante.
La presenza di questi canti viene interpretata come la permanenza delle anime dei monaci, che continuano a officiare le loro preghiere nel luogo sacro.

IL MONTELLO:
Un luogo selvaggio dove spiriti, fate, draghi e diavoli si nascondono tra alberi secolari e sorgenti misteriose.
Il Montello è un’area collinare ricca di boschi, grotte e sorgenti, un ambiente naturale che ha alimentato la fantasia popolare per secoli.
La sua natura selvaggia e isolata ha reso il Montello un luogo ideale per le leggende di spiriti, fate, draghi e diavoli.
Gli alberi secolari, con le loro forme contorte e i rami intrecciati, creano un’atmosfera magica e misteriosa.
Le leggende del Montello narrano di creature magiche che abitano i boschi e le acque del luogo.
Fate che danzano nella notte, spiriti che vagano tra gli alberi, draghi che sorvegliano tesori nascosti e diavoli che tentano i viandanti.
Le sorgenti e i ruscelli, con le loro acque limpide e fresche, sono considerati luoghi di incontro tra il mondo umano e quello soprannaturale.

ASOLO MISTICA:
Una città a forma di scorpione, ricca di simboli esoterici e affreschi di creature mitologiche, dove la magia bianca della Casa Gotica incanta e intimorisce.
Asolo, con la sua forma a scorpione e i suoi edifici antichi, è un luogo ricco di simbolismo esoterico.
Le decorazioni simboliche, i simboli esoterici e gli affreschi di creature mitologiche che adornano le facciate delle case e i cortili interni creano un’atmosfera magica e misteriosa.

ASOLO
PHOTO © LUCIANO BRAGAGGIA

La Casa Gotica, con la sua architettura particolare e i suoi simboli esoterici, è considerata un luogo di magia bianca, dove si praticano rituali e incantesimi.
Le leggende di Asolo narrano di presenze misteriose che abitano la città, come spiriti di antichi cavalieri e dame, e creature mitologiche che si nascondono tra le vie e i vicoli.
La magia bianca della Casa Gotica, con i suoi rituali e incantesimi, crea un’atmosfera di incanto e timore.
IL MAZARIOL:
Il folletto protettore del Piave, che solca il fiume sulla sua zattera, solo una delle tante creature che popolano le leggende trevigiane. Il Mazariol è una figura tipica del folklore trevigiano, un folletto che protegge il fiume Piave e i suoi abitanti.
La sua presenza è legata alle tradizioni popolari e alle credenze antiche, che vedevano nei folletti e nelle creature magiche i guardiani della natura.
La leggenda narra che il Mazariol solca il fiume sulla sua zattera, aiutando i pescatori e i viandanti in difficoltà.
È descritto come un folletto benevolo, ma anche dispettoso, che ama fare scherzi ai malintenzionati.
La sua figura è legata alla natura e al fiume, simboli di vita e di abbondanza.

Un patrimonio di storie e leggende

Oltre a questi luoghi, la Provincia di Treviso è ricca di altre figure leggendarie come i “can da Ceeta”, la Murgania, Bianca Collalto e Gaia da Camino, fantasmi di bambini e folletti che popolano l’immaginario locale.

I “CAN DA CEETA”:
Si tratta di cani fantasma che, secondo la leggenda, vagano per le campagne trevigiane. La loro presenza è spesso associata a presagi di sventura o a eventi misteriosi.
Sono figure tipiche del folklore locale, che si inseriscono nel filone delle leggende legate agli animali e al soprannaturale.
LA MURGANIA:
È una figura femminile misteriosa, spesso descritta come una strega o una creatura fatata. Le leggende che la riguardano variano, ma in genere la Murgania è associata a luoghi selvaggi e isolati, come boschi e paludi.
Le sue azioni sono spesso ambigue, potendo essere sia benefiche che malefiche.

BIANCA COLLALTO:
La leggenda di Bianca Collalto è una delle più famose della zona.
Si narra che fosse una giovane ancella, uccisa per gelosia dalla sua signora nel castello di Collalto. Il suo fantasma, vestito di bianco, apparirebbe ancora nel castello, annunciando eventi futuri.
La leggenda di Bianca è stata fonte di ispirazione per opere letterarie e musicali.

GAIA DA CAMINO:
Gaia da Camino fu una nobildonna vissuta nel XIII secolo.
La sua figura è avvolta da un alone di mistero, e alcune leggende la descrivono come una donna dotata di poteri magici.
Fu una donna di grande influenza, e il suo testamento, rogato a Padova il 18 maggio 1302, è un documento storico di grande importanza.
La sua figura storica si mescola a quella leggendaria, rendendola una figura affascinante del folklore trevigiano.

Queste figure rappresentano solo una piccola parte del ricco patrimonio leggendario della Provincia di Treviso, un territorio dove storia e mito si intrecciano in modo indissolubile.

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